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IL MANGIAROZZO 2012
1000 e più osterie e trattorie d'Italia dove mangiare almeno una volta nella vita

Locale Tradizionale non solo per la cucina, ma anche per la storia, infatti è da oltre cinquant’anni che Giuseppe Cutini – un vero e proprio personaggio della gastronomia ascolana – accoglie in maniera spontanea chi visita questo piccolo comune alle soglie del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Lo chef Stefano Morganti si adatta all’ambientazione montana e propone una cucina di territorio con materie prime degli stessi monti. A tavola si inizia con frittate di funghi e tartufo nero, ciauscolo (salame tipoco marchigiano) e formaggi locali.
Seguono i primi con paste tutte fatte in casa, tra cui paccheri con fave e piselli, zuppa rustica di castagne (la ricetta la trovate spiegata nel volume Le ricette d’oro delle migliori osterie e trattorie italiane del mangia rozzo), gnocchi, pappardelle al cinghiale, ravioli, tagliatelle ai funghi e tartufo nero. Se vi rimane un po’ di spazio vi consigliamo di provare la carne cotta nel caminetto della sala a vista: agnello, piccione, salsicce ma anche coniglio in porchetta.
Per concludere in dolcezza crostate, torte di mele rosa (prodotto tipico dei Sibillini, oramai in via di estinzione), mousse. Su prenotazione anche cinghiale in salmì, stoccafisso e baccalà. Da Roverino è pure albergo, quindi a disposizione del cliente ci sono alcune camere.


OSTERIE D'ITALIA 2012

Sussidiario del mangiare all'italiana

Questa trattoria di paese annessa all’albergo è in attività (e un vero punto di riferimento nel territorio dei Sibillini) fin dal secondo dopoguerra, grazie al padre e allo zio dell’attuale proprietario, Giuseppe Cutini.
E’ riuscita, nel tempo, a consolidare e mantenere la sua filosofia casalinga, accogliente e in buona sostanza, trasparente: la cucina di tradizione montana è sempre attenta alla qualità delle materie prime, il cui approvvigionamento avviene tramite la filiera corta.
Il menù segue le cadenze stagionali.
Per iniziare sono di rigore le frittatine ai funghi e al tartufo, il pecorino fritto in pastella, le olive all’ascolana e le uova in trippa o in camicia con il tartufo, l’insalatina di porcini, la coratella. Tra i primi, le tagliatelle fatte a mano con ragù di funghi o di cinghiale o al tartufo, gli gnocchi con pomodoro e pecorino o sugo di piccione, le mezze maniche con guanciale, zucchine e pomodorini. Come secondo, oltre alle classiche grigliate, il pollo in padella con i peperoni, i tordi matti – ricetta locale a base di carne di manzo e involtino - , il piccione in casseruola, il capretto in padella con le olive. Il venerdì, baccalà arrosto o bollito. In chiusura, crostate di frutta, la caciotta dolce dei Sibillini e la torta alle mele rosa. Presidio Slow Food.
Nella piccola cantina sono conservate oltre a una discreta selezione di etichette locali e nazionali, alcune bottiglir di pregio.


CHE ZUPPA
Ricetta facili e veloci per stupire gli amici a cena

Il valore delle ricette antiche e paesane è indescrivibile. Perdere queste ricette vuol dire perdere una parte di noi, del nostro essere presente ma anche futuro perché se nessuno le sa più cucinare non le possiamo più mangiare.

Quello che cerco di fare io nella mia vita da foodblogger è di andare alla ricerca di piatti tradizionali, dei piatti delle nostre nonne e delle nonne delle nonne per riproporli. Spesso ci aggiungo del mio ma con la consapevolezza dell'origine. Mi sono imbattuto in questo stesso pensiero quando sono stato a Comunanza (AP) durante il tour enogastronomico Eating Piceno.

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LA GOLA IN VIAGGIO

Alice.tv - Ricette e cucina sul web e in TV

Gli orientamenti alimentari sono, in qualche modo, specchio delle vicende storiche e rivelano il legame profondo uomo-territorio. È infatti la terra, con i suoi prodotti, a caratterizzare la tradizione culinaria di una regione. Queste le convinte asserzioni del gestore, nel corso di divertenti conversazioni a ruota libera, davanti alle sue pietanze genuine, occasioni per confermare la coerenza tra il dire e il fare. 

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